I demoni di inuyasha

« Older   Newer »
  Share  
~Lady.Galadriel~
CAT_IMG Posted on 18/3/2011, 14:08     +1   -1




Tanuki

image
Un Tanuki, come viene spesso rappresentato

I tanuki, o procioni, sono alcuni degli spiriti più comuni nella mitologia giapponese. I tanuki sono parte della mitologia del Giappone sin da tempi antichi; si ritiene che sia malizioso e scherzoso, maestro del travestimento e mutaforma, ma in qualche modo ingenuo e distratto. L'attuale divertente immagine del tanuki si è probabilmente sviluppata durante l'epoca Kamakura. Il tanuki selvaggio ha testicoli insolitamente grandi, caratteristica spesso esagerata nelle rappresentazioni artistiche della creatura; i tanuki sono talvolta rappresentati con i testicoli poggiati su una spalla come come un sacco, o mentre li usano come tamburo. I tanuki sono inoltre generalmente rappresentati con una pancia molto grande; talvolta usano la pancia come tamburo, specialmente nei disegni dei bambini. Durante le epoche Kamakura e Muromachi, alcune storie cominciarono a parlare di tanuki più sinistri; la storia di Kachi-kachi Yama, compresa nell'Otogizōshi, parla di un tanuki che picchia a morte una vecchia e la serve a tavola al marito inconsapevole come "zuppa di vecchia". Altre storie parlano di tanuki come indifesi e produttivi membri della società. Diversi tempi hanno storie di sacerdoti che erano in realtà tanuki travestiti. Secondo alcune tradizioni i tanuki sono trasformazioni delle anime degli oggetti usati per più di cento anni. Una popolare storia conosciuta come Bunbuku chagama narra invece di un tanuki che inganna un monaco trasformandosi in una teiera. Un'altra parla di un tanuki che inganna un cacciatore camuffando le sue braccia come ramoscelli, finché non allarga entrambe le braccia insieme e cade dall'albero. Si dice che i tanuki ingannino i mercanti con foglie camuffate da banconote. Alcune storie raccontano che le foglie facciano parte integrante del modo in cui il tanuki cambia aspetto.. In metallurgia, spesso si usava pelle di tanuki per raffinare l'oro. Di conseguenza, si cominciò ad associare i tanuki con le miniere e la lavorazione dei metalli, e li si vendeva come decorazione e portafortuna per la prosperità. Statue di tanuki si possono trovare davanti a molti templi e ristoranti giapponesi; in queste spesso indossa un grande cappello a forma di cono e porta una bottiglia di sake. Le statue di tanuki hanno sempre una grande pancia, mentre sculture moderne possono anche non avere i grandi testicoli: questi attributi esagerati sono simbolo di abbondanza e prosperità.
Hachi, il servitore di Miroku, è il classico tanuki delle leggende: dispettoso, bonaccione, grasso e in grado di assumere le sembianze altrui.


Kitsune

image
Rappresentazione di una kitsune con tre code

Kitsune significa in giapponese semplicemente volpe. Nella mitologia giapponese, si credeva che questi animali possedessero una grande intelligenza, vivessero a lungo, ed avessero poteri magici. Il principale tra questi ultimi è l'abilità di cambiare aspetto ed assumere sembianze umane; si dice che una volpe impari a far questo quando raggiunge una determinata età (generalmente cento anni, in alcuni racconti solo cinquanta). Le kitsune appaiono spesso con l'aspetto di donna bellisima, dolce ragazzina, o vecchio, ma mai come donna anziana. Altri poteri che sono spesso attribuiti alla kitsune includono la possessione (vedi kitsunetsuki sotto), la capacità di appiccare il fuoco con la/e coda/e o di sputare fuoco, il potere di entrare nei sogni, e l'abilità di creare illusioni così complesse da essere quasi indistinguibili dalla realtà. Le kitsune devono mantenere le promesse o il loro rango e il loro potere diminuisce. Le kitsune sono spesso associate alla divinità del riso Inari. Originariamente le kitsune erano i messaggeri di Inari, ma la distinzione tra i due è ormai talmente sfumata che talvolta Inari è rappresentato come una volpe. La kitsune mitologica è uno yōkai. In questo contesto, la parola kitsune è generalmente tradotta come demone volpe; però, questo non dovrebbe indurre a pensare che le kitsune non corrispondano alle comuni volpi. La parola "demone" in questo caso traduce il più generale concetto di spirito nel significato più comune in Estremo Oriente, come anima che ha raggiunto uno stato di conoscenza e illuminazione tale da trascendere le leggi del mondo materiale. Ogni volpe che viva sufficientemente a lungo, perciò, può diventare uno spirito. Ci sono due tipi di volpi; le myobu, o volpi celestiali -- quelle associate a Inari, rappresentate come benevole -- e le nogitsune, o volpi selvagge (letteralmente "volpi di campo"), spesso, ma non sempre, considerate maliziose. L'attributo fisico che più rappresenta una kitsune è la coda, e ne possono possedere fino a nove; generalmente, un maggior numero di code rappresenta una kitsune più vecchia e più potente, e secondo alcune fonti la prima coda addizionale cresce solo dopo migliaia di anni, poi le altre in base all'età e alla saggezza acquisita. In ogni caso, le kitsune che compaiono nei racconti popolari hanno sempre una, cinque, o nove code, forse a causa di qualche numerologia. Quando una kitsune arriva ad avere nove code, il suo pelo diventa argentato, bianco o dorato, e prendono il nome di kyūbi no kitsune (volpe a nove code) guadagnando il potere della visione infinita. In alcuni racconti, le kitsune hanno difficoltà a nascondere la coda nelle loro trasformazioni - generalmente le kitsune in queste storie ne hanno solo una, il che potrebbe indicare che l'inesperienza ne sia la causa -, e il protagonista attento riesce a smascherarla quando questa beve o si distrae. Le volpi hanno paura dei cani, usati per cacciarle, così le kitsune li temono e odiano, al punto da tornare al loro aspetto e darsi alla fuga non appena ne vedono uno. Nella tradizione giapponese, le kitsune sono spesso presentate come ingannatrici - talvolta molto malevole; in questa veste le kitsune usano i loro poteri magici per ingannare gli umani; quelle ritratte in una luce positiva scelgono come vittime samurai vanagloriosi, mercanti avidi, e popolani maldicenti, mentre kitsune più crudeli abusano di poveri contadini o monaci Buddhisti. In ogni caso, un altro aspetto in cui le kitsune sono spesso rappresentate è come amanti; queste storie d'amore generalmente parlano di ragazzi e kitsune in forma di fanciulla. Molte storie parlando di volpi che concepiscono bambini; questi mezzosangue (han'yō) hanno sempre aspetto umano, ma posseggono eccezionali doti fisiche o poteri soprannaturali, che spesso passano in eredità ai propri figli. La natura di queste doti, però, varia molto da una fonte all'altra; tra quelli di cui si dice che abbiano ereditato tali doti c'è l'onmyōji Abe no Seimei, di cui si dice fosse un han'yō di kitsune.
Shippo è chiaramente un demone volpe, quindi una kitsune. Può trasformarsi mettendosi una foglia sulla testa.


Nekomata

image
Un nekomata

Nella mitologia giapponese i nekomata sono una classe di creature soprannaturali evolutesi dal comune gatto domestico, caratterizzate dalla presenza di una seconda coda. Nei miti spesso il confine tra nekomata e bakeneko è molto sfumato. La trasformazione di un gatto in nekomata avviene con la crescita della seconda coda che, come per quelle delle kitsune, avviene generalmente al raggiungimento di una certa età (secondo alcune tradizioni 10 anni); secondo alcune tradizioni vivendo più a lungo possono diventare bakeneko, ma questa variante è probabilmente ispirata da un collegamento con le kitsune, il cui numero di code è strettamente collegato all'età. Secondo altre tradizioni l'evoluzione in nekomata è alternativa a quella in bakeneko, anche se un nekomata può diventare un bakeneko per aiutare una persona cara. Fino al XVII secolo ai gatti spesso veniva mozzata la coda, secondo la credenza che questo avrebbe impedito la loro trasformazione in nekomata; inoltre questa superstizione potrebbe aver contribuito all'allevamento del bobtail giapponese, una razza di gatti privi di coda. Si crede che i nekomata siano in grado di assumere poteri magici, principalmente relativi a necromanzia e sciamanismo; in particolare agitando le due code sarebbero in grado di controllare i defunti. Si dice inoltre che i nekomata selvatici si nutrano di carcasse. Il loro carattere è fortemente vendicativo, e perseguitano coloro che li hanno maltrattati durante la loro vita da gatto, spesso prendendo il controllo dei parenti defunti del loro tormentatore, finché non siano stati calmati con offerte in cibo, scuse e attenzioni. Secondo alcune leggende popolari relativamente più recenti, un nekomata ha il potere di trasformarsi in un essere umano, caratteristica tipica dei bakeneko; tuttavia, a differenza di questi, appaiono come donne più mature, meno raffinate, e circondate da un'atmosfera tetra, in grado di indurre malattie nelle persone che sono loro accanto troppo a lungo. Un esempio di nekomata è il personaggio di Kirara nel manga/anime Inuyasha, anche se non ha i tratti negativi della creatura mitologica classica.

da x
 
Top
0 replies since 18/3/2011, 14:08   196 views
  Share